Metodologia

Per tutti i dettagli sulla metodologia adottata dalla ricerca Language Rich Europe è possibile scaricare la copia di Tendenze nelle politiche e pratiche linguistiche in Europa.

Varietà linguistiche oggetto di indagine nel progetto

Il progetto LRE ha l’ambizione di dimostrare la ricchezza delle lingue presenti nella società europea e la misura in cui tutte queste lingue vengono incluse nelle politiche e nelle pratiche per il multilinguismo.

Per saperne di più

Nella sua Comunicazione del 2008, la CE si riferisce alle molte lingue ‘nazionali, regionali, minoritarie e dei migranti ’ parlate in Europa ‘che aggiungono un carattere al nostro comune background’ e alle ‘lingue straniere’, termine usato per riferirsi principalmente sia alle lingue europee sia a quelle non-europee, diffuse a livello  mondiale.

Nel contesto del progetto LRE, quindi, esploreremo e utilizzeremo le tipologie di lingue che abbiamo menzionato, con le seguenti definizioni:

  • Lingue nazionali: lingue ufficiali di uno Stato-nazione.
  • Lingue straniere: lingue che non sono apprese o usate in casa, ma imparate e insegnate a scuola o usate come lingue di comunicazione più ampia nei settori non-educativi.
  • Lingue regionali o minoritarie: lingue che sono tradizionalmente utilizzate nell’ambito di un territorio preciso di uno Stato da cittàdini di quello Stato che costituiscono un gruppo numericamente inferiore al resto della popolazione dello Stato stesso.
  • Lingue immigrate: lingue parlate dagli immigrati, provenienti da una vasta gamma di Paesi d’origine, e dai loro discendenti nel loro Paese di residenza. 

Da una prospettiva simile, si fa riferimento a McPake e Tinsley (2007). In questo contesto, vogliamo esprimere la nostra consapevolezza della deliberata inclusione delle lingue degli immigrati come parte del repertorio europeo delle lingue, mentre in questa prima fase turno della raccolta dei dati sulle politiche e sulle pratiche per multilingue ancora scarsi sono i riferimenti alle lingue dei segni.

I domini linguistici coinvolti nell’indagine

L’indagine LRE ha coinvolto otto domini linguistici. Come primo dominio includiamo un meta-dominio che esamina la disponibilità di documenti e di banche dati a livello nazionale/ regionale che riguardino la diversità linguistica. Considerato il ruolo fondamentale dell’apprendimento delle lingue nell’istruzione, quattro domini si concentrano sulle fasi principali della formazione finanziata con fondi pubblici, dalla scuola materna  all’università. Inoltre, nell’indagine rientrano anche altri tre domini linguistici al di fuori dell’ambito dell’istruzione, in modo da cogliere i livelli dei servizi multilingue nella società e nel mondo delle imprese.

Distribuzione delle domande nei domini linguistici

Nr

Domini linguistici

N domande

1

Lingue nei documenti ufficiali e nelle banche dati

15
2 Lingue nell’istruzione pre-scolare 34
3 Lingue nell’istruzione primaria 58
4 Lingue nell’istruzione secondaria 60
5 Lingue nell’istruzione superiore e degli adulti 30
6 Lingue nei media audio-visivi e nella stampa 14
7 Lingue nei servizi e nei luoghi pubblici 31
8 Lingue nelle imprese 18
Totale delle domande 260

Per saperne di più

Il dominio 1 analizza la disponibilità, in ciascuno Paesi/regioni partecipanti al progetto, di documenti e banche dati a livello nazionale o regionale che riguardino la diversità linguistica. La disponibilità di questi documenti e banche dati può contribuire in modo significativo ad accrescere la consapevolezza del multilinguismo in un dato Paese/regione, e possono servire da riferimento per le politiche di educazione linguistica.

I domini 2–4 si focalizzano sull’istruzione di bambini e giovani prevista a livello statale. La distinzione fondamentale tra organizzazione dell’offerta e insegnanti è ampiamente usata nel contesto europeo (cfr. ad esempio Eurydice 2008). Le risposte relative a queste sezioni si basano su dati disponibili a livello pubblico e provenienti da fonti ufficiali.

Le risposte relative ai domini 5–8 si basano su dati raccolti nei contesti urbani di tre città per ogni Paese o regione (vedi paragrafo 1.5 per maggiori dettagli). Il dominio 5 intende indagare le disposizioni sulle lingue presenti in un piccolo campione di istituzioni di educazione continua (vocazionale) e di istruzione superiore (università). Il dominio 6 si concentra sull’offerta di lingue nei media audiovisivi e nella stampa. Il dominio 7 ha come oggetto le lingue nei servizi e nei luoghi pubblici in termini di strategie linguistiche a livello istituzionale, servizi di comunicazione orale e servizi di comunicazione scritta. L’obiettivo del dominio 8, le lingue nelle imprese, è di analizzare le strategie linguistiche, le specifiche pratiche di gestione linguistica e la promozione delle competenze linguistiche dei dipendenti messe in atto a livello aziendale. In ogni Paese/regione è stato analizzato un campione di 24 aziende.

La raccolta dei dati e l’approccio su tre città

Come detto sopra, le risposte nei domini 1–4 dell’indagine LRE, così come il meta-dominio, si basano su dati secondari e ufficiali e riflettono politiche e pratiche comuni a livello nazionale o regionale. I domini 5–8, invece, si basano sui risultati della raccolta di dati primari e sull’analisi dei dati. La raccolta di questi dati primari si è svolta in tre città in ogni Paese/regione.

Per saperne di più

La scelta di realizzare l’indagine nelle città è stata motivata dalle seguenti considerazioni:

  • il multilinguismo è più diffuso nelle aree urbane, in quanto i nuovi arrivati tendono ad aggregarsi in esse in cerca di lavoro;
  • nelle città le dinamiche nazionali nel rispondere alla diversità linguistica vengono ancor più rafforzate;
  • le grandi istituzioni di istruzione superiore e di formazione di alto livello sono presenti nelle città (dominio 5);
  • è più comune trovare in città la stampa internazionale, cinema e stazioni televisive (dominio 6);
  • come risultato, gli amministratori delle città devono pianificare politiche locali in materia di multilinguismo (dominio 7);
  • la sede di molte imprese si trova nelle città (dominio 8).

La selezione delle città è stata identica per i Paesi 1–14, come riportato nella Tabella 4. L’attenzione si è concentrata sulle due città con il maggior numero di abitanti, più una città in cui si parla la lingua regionale/minoritaria con il più alto status, vitalità e/o numero di parlanti nel Paese. I Paesi 15–18 rappresentano una sfida della ricerca, in quanto non rientrano in questo modello.

Il Paese 15, la Bosnia e Erzegovina, ha tre lingue nazionali: bosniaco, croato e serbo. Le città scelte per la raccolta dei dati primari sono state Sarajevo, dove è usato soprattutto il bosniaco, Banja-Luka, dove è usato soprattutto il serbo e Mostar, dove sono usati soprattutto il bosniaco e il croato.

Il Paese 16, la Svizzera, comprende 26 cantoni ha quattro lingue ufficiali: tedesco, francese, italiano e il romancio. La ricerca LRE si è dovuta limitare alle tre lingue più diffuse, e si è focalizzata sui cantoni di Zurigo (di lingua tedesca), Ginevra (di lingua francese) e Ticino (di lingua italiana).

I dati per i domini 2–4 sono stati aggregati nelle tabelle contenute in questa pubblicazione, mentre per i domini 5–8 vengono presentati a livello di municipalità.

Il Paese 17, la Spagna, comprende 17 comunità autonome e due città autonome. La ricerca LRE è stata condotta per i domini 2–4 in tre comunità autonome – Madrid, Siviglia, Valencia – e due ‘nazionalità storiche’ – Paesi Baschi e Catalogna. Sono stati realizzati tre profili: un profilo combinato per Madrid, Siviglia e Valencia, e due profili separati per i Paesi Baschi e la Catalogna.

I Paesi Baschi hanno due lingue ufficiali: basco e spagnolo. La Catalogna ha tre lingue ufficiali: catalano, spagnolo e aragonese.

Il Paese 18, il Regno Unito, si compone di quattro Paesi che hanno governi e sistemi di istruzione indipendenti. Per i domini sull’istruzione (2–4) sono stati raccolti dati sulle politiche e le prassi comuni in ogni Paese/regione.

Per i domini 5–8 le città del Galles e della Scozia sono state scelte sulla base del numero di abitanti. In Inghilterra, oltre Londra, e stata scelta la città di Sheffield per motivi pratici. Non è stato ancora possibile svolgere la ricerca su una terza città, ma si spera che questi dati saranno disponibili a breve. In Irlanda del Nord è stato possibile includere solo Belfast nell’indagine. La selezione delle tre città e la proposta delle lingue regionali/minoritarie su cui concentrarsi in collaborazione con tutti i team partecipanti, nazionali o regionali, sulla base delle statistiche municipali per le prime due città e sulla base di statistiche su gruppi o sulle lingue regionali/minoritari per la terza città.

La Tabella 4 presenta le città scelte e la lingua di minoranza parlata nella terza città.

Tabella 4: L’approccio su tre città per tutti i Paesi/regioni partecipanti

Nr

Paesi di tipo A

Città con il maggior

numero di abitanti

Seconda/terza città per numero di   abitanti  Città aggiuntiva 

Lingua regionale/

minoritaria  dominante città aggiuntiva

1 Austria Vienna Graz Klagenfurt Sloveno
2 Bulgaria Sofia Plovdiv Shumen Turco
3

Danimarca

Copenhagen Aarhus Aabenraa Tedesco
4 Estonia Tallinn Tartu Narva Russo
5 Francia Parigi Marseille Corte Corso
6 Grecia Atene

Salonicco

Xanthi Turco
7

Ungheria

Budapest Debrecen Pécs Tedesco
8 Italia Roma Milano Trieste Sloveno
9 Lituania Vilnius Kaunas Klaipeda Russo
10

Paesi Bassi

Amsterdam Rotterdam Leeuwarden* Frisone
11 Polonia Warsavia Krakovia

Danzica

Casciubo
12

Portogallo

Lisbona Oporto Miranda do Douro* Mirandese
13 Romania Bucharest Iaşi Cluj

Ungherese

14 Ucraina Kiev Kharkiv Lviv Russo

Paesi di tipo B

Città più grande

Città nella regione 2

Città nella regione 2

Lingua/e ufficiale/i

15

Bosnia e Erzegovina

Sarajevo Banja-Luka Mostar

Bosniaco/Croato/Serbo

16

Svizzera

Zurigo

Ginevra

Lugano

Tedesco/Francese/Italiano

17

Spagna Catalogna Paesi Baschi

Madrid
Barcelona
Bilbao
Valencia
Tarragona
San Sebastian
Sevilla
L’Hospitalet
Vitoria-Gasteiz

Spagnolo/Catalano/Basco

18

Regno Unito: Inghilterra Galles Scozia


Londra Cardiff Glasgow 

Manchester
Swansea
Edimburgo

Sheffield
Newport
Aberdeen

Inglese Gallese/Inglese Gaelico/Scozzese/Inglese Irlandese/Scozzese dell’Ulster/

Irlanda del Nord

Belfast - - Inglese

 

*L’assenza di università implica che non siano stati raccolti dati sull’istruzione universitaria in queste città

I profili nazionali o regionali sono basati sulla raccolta di dati primari per le 23+22+22=67 città a cui si fa riferimento nellaTabella 4. Come si può comprendere dalla Tabella 4, la maggior parte delle lingue regionali/minoritarie dominanti nelle città aggiuntive scelte hanno lo status di lingua nazionale nei Paesi confinanti. Il focus della raccolta di dati primari per i domini linguistici 5–8 in ciascuno dei 24 Paesi o regioni partecipanti può essere così sintetizzata:

  • per il dominio 5, il focus e sull’offerta linguistica nelle diverse tipologie di educazione degli adulti prevista dallo Stato. Sono coinvolti due settori complementari: l’offerta linguistica nella formazione professionale per i (giovani) adulti con più di 16 anni e l’offerta linguistica nell’istruzione universitaria.
  • Per il dominio 6, il focus e sull’offerta linguistica nei media audiovisivi, compresi la radio pubblica e le reti televisive, le più grandi sale cinematografiche, e la stampa presso le edicole delle principali stazioni ferroviarie nelle città esaminate.
  • Per il dominio 7, il focus e sull’offerta linguistica nei servizi e nei luoghi pubblici a livello di città, più in particolare sulle strategie linguistiche a livello istituzionale, sui servizi di comunicazione orale e sui servizi d’informazione scritta a livello municipale nelle città esaminate.
  • Per il dominio 8, l’attenzione è rivolta a quattro diversi settori di imprese – supermercati, imprese di costruzione, alberghi e banche. I ricercatori sono stati invitati a raccogliere campioni distribuiti il più uniformemente possibile tra compagnie multinazionali/internazionali (M/I), nazionali (N), e regionali o locali (R/L). Nella pratica, questa progetto ambizioso si e rivelato di difficile realizzazione in tutti i Paesi/regioni.

 

Nella Tabella 5 è presentata una panoramica riassuntiva dei domini linguistici e degli obiettivi per la raccolta di dati primari per ogni città (3x).

Tabella 5: domini e destinatari della raccolta di dati primari per città

No

Dominio linguistico     

Destinatari per città (3x)

5

Lingue nella educazione degli adulti e nell’istruzione universitaria

  • Maggiori istituzioni di educazione degli adulti con offerta linguistica

    Maggiori università pubbliche

6

Lingue nei media

  • Offerta linguistica in programmi radiofonici e televisivi, al cinema, in base a quanto riportato nei giornali più venduti nella città più grande

  • Offerta linguistica nella stampa nelle edicole delle più grandi stazioni ferroviarie

7

Lingue nei servizi pubblici e nei luoghi pubblici

  • Strategie linguistiche a livello istituzionale, servizi per la comunicazione orale e servizi di informazione scritta nelle città a livello centrale

8

Lingue nelle imprese

  • Supermercati, imprese di costruzioni, hotel e banche piccoli/medi e grandi, multi-/inter- nazionali, nazionali e regionali/locali.

Metodologia della ricerca

Costruzione del questionario

Nella costruzione del questionario sono stati seguiti i seguenti criteri per la redazione delle domande:

  • ogni domanda deve fornire dati numerici, un punteggio,
  • i dati numerici dovranno essere pesati, al fine di arrivare a
  • una differenziazione delle politiche e delle pratiche riportate,
  • devono essere evitate domande a risposta chiusa si/no,
  • perche ciascuna delle risposte fornite porta a un punteggio
  • pari al 100%,
  • le domande devono essere sufficientemente consistenti ai fini di una nuova successiva misurazione.

Comunemente, per ogni domanda sono previste tre opzioni di risposta e ai ricercatori impegnati è stato richiesto di selezionare l’opzione che più si avvicinava alla realtà in termini di politica o pratica comune nel proprio Paese/regione. Ad ogni scelta è stato assegnato un punteggio. Il punteggio più alto per ogni domanda corrisponde alla politica o alla pratica che è maggiormente allineata con le raccomandazioni dell’UE o del CdE.

Validità

Per quanto riguarda la validità, le nostre preoccupazioni sul questionario sono state le seguenti:

Validità interna

  • Il Questionario LRE è sufficientemente completo nel suo costrutto concettuale e nello scopo e pertanto risulta essere idoneo per i suoi obiettivi?
  • Il Questionario LRE è sufficientemente esplicito e trasparente nella sua formulazione?
  • Il Questionario LRE è uno strumento sufficientemente pratico per la raccolta dei dati in termini di intelligibilità e di carico di lavoro per la sua compilazione?

Validità esterna

  • Il Questionario LRE è sufficientemente valido nel suo legame con i parametri di riferimento europei che guidano l’attribuzione del punteggio?

Comparabilità dei risultati nei vari Paesi/regioni

  • Il Questionario LRE è sufficientemente equo nel rappresentare le quattro tipologie linguistiche fondamentali che vengono prese in considerazione: lingue nazionali, straniere, regionali/minoritarie e immigrate?
  • Il Questionario LRE è basato su domande equivalenti nei vari Paesi/regioni?
  • Il Questionario LRE è basato su procedure di attribuzione di punteggio equivalenti nei vari Paesi/regioni?

Procedure adottate

La procedura che segue riassume i passi che abbiamo realizzato al fine della progettazione e somministrazione del Questionario LRE e della raccolta ed elaborazione dei dati:

Per saperne di più

  • 2010 – le domande iniziali e le proposte di punteggio per tutte le opzioni a risposta multipla sono state sviluppate dalla Universita di Tilburg, dal British Council e dal Migration Policy Group a Bruxelles. Il dominio delle lingue nelle imprese è stato sviluppato dal CILT a Londra, utilizzando l’indagine ELAN (2006) come punto di partenza, ed è stato perfezionato dal gruppo di ricerca francese. Consigli per il dominio riguardante i servizi pubblici sono stati offerti dal team che si occupa di lingue della Metropolitan Police e da altri fornitori di servizi pubblici a Londra.
  • La bozza del questionario LRE è stata testata in tre studi pilota in Polonia, Spagna e nella regione della Catalogna nei primi mesi del 2011. Gli studi pilota avevano lo scopo di verificare il contenuto e la validità del Questionario LRE, tenendo conto delle differenze e della variabilità nelle politiche e nelle pratiche linguistiche sia tra i diversi Paesi sia all’interno dello stesso Paese.
  • Sulla base dei risultati pilota, il questionario LRE, il Field Manual per i ricercatori e le procedure per l’attribuzione dei punteggi sono stati ulteriormente adattati e poi esaminati dal gruppo direttivo del LRE e da esperti esterni. Il Questionario finale è stato inviato nell’autunno 2011 a tutti i team nazionali e regionali per la raccolta dei dati.
  • Per la Bosnia Erzegovina, la Spagna, la Svizzera e il Regno Unito (cfr. tabella 4) sono state realizzate diverse versioni del Questionario.
  • Ai ricercatori è stato inviato un dettagliato manuale – Field Manual- con la spiegazione del contesto e del background del progetto, e delle modalità di realizzazione della raccolta dei dati. Inoltre, è stato organizzato un incontro di due giorni per discutere la metodologia, oltre a scambi di e-mail e di telefonate con ogni team di ricerca.
  • Una volta che i team nazionali e regionali hanno fornito tutte le risposte a tutte le domande, tutti i dati ottenuti sono stati sottoposti a un processo di peer-review in maniera indipendente, al fine di assicurare un’interpretazione coerente dei dati.
  • Successivamente, tutti i dati sono stati elaborati, analizzati e rivisti dal team LRE presso l’Universita di Tilburg.
  • Nel corso di tali procedure, è apparso chiaro che alcune domande erano state interpretate in maniera differente dai diversi ricercatori, mentre altre non erano state pienamente comprese. Il processo di chiarificazione di queste ultime, di standardizzazione delle risposte, e di interpretazione finale è stato ultimato nei primi mesi del 2012. É stato deciso che il punteggio di alcune domande non sarebbe stato inserito nel conteggio a causa della impossibilità di raccolta dei dati richiesti. I dati relativi alla presenza di libri in lingue straniere nelle biblioteche pubbliche e nelle librerie sono stati impossibile da raccogliere in alcuni Paesi. Le domande sulle lingue richieste per l’ingresso e l’uscita dagli studi universitari si sono dimostrate ambigue, e quindi sono state eliminate dal risultato finale.
  • I risultati di ciascun Paese/regione sono stati inviati nuovamente a tutti i ricercatori, dando così un’ulteriore opportunità per un controllo. I risultati sono stati presentati inizialmente a livello di ogni dominio nel suo complesso, ma successivamente si è deciso di presentarli in maniera più dettagliata a livello delle singole domande, per avere un quadro più preciso delle politiche e pratiche dei Paesi/regioni.

Quadro generale dei documenti UE e Consiglio d’Europa

Gli attori europei nella promozione del multilinguismo e plurilinguismo

La diversità linguistica è un fattore chiave dell’identita europea, e sia le istituzioni UE situate a Bruxelles e il Consiglio d’Europa a Strasburgo sono state e sono tuttora attive nella promozione dell’apprendimento linguistico e del multilinguismo/ plurilinguismo. Le più importanti agenzie di politica linguistica che fanno capo a queste due istituzioni sono la Unit for Multilingualism Policy –Unità per la Politica Multilingue – entro la Direzione Generale dell’Educazione e della Cultura della Commissione Europea e la Language Policy Unit –Unità di Politica Linguistica – della Direzione Istruzione del Consiglio d’Europa. Il lavoro svolto da queste agenzie crea le basi per le importanti risoluzioni, carte e convenzioni prodotte dai rispettivi enti di pertinenza. Baetens Beardsmore (2008) fornisce una panoramica approfondita delle attività di promozione delle lingue realizzate sia dall’UE sia dal CdE.

Una ricerca sulle pubblicazioni sul multilinguismo sul sito europa.eu ha portato alla individuazione di documenti fondamentali in una serie di lingue, organizzati in cinque categorie: documenti politici dell’UE, brochure informative, relazioni, studi, e indagini. Sul sito del CdE, www.coe.int/lang sono presenti pubblicazioni nei domini dello sviluppo di politiche, strumenti e standard, lingue nell’istruzione scolastica, migranti; atti di conferenze e studi selezionati. ll Consiglio d’Europa opera una distinzione tra plurilinguismo, cioè la competenza di un parlante (capacità di utilizzare più di una lingua) e multilinguismo, cioè la presenza di varie lingue in una determinata area geografica. L’UE utilizza il solo termine multilinguismo per entrambi i concetti (a volte specificando ‘multilinguismo dell’individuo’). In questo rapporto sono citati entrambi i concetti di multilinguismo/plurilinguismo.

Quadro generale dei documenti dell’UE e del CdE utilizzati per la realizzazione del questionario LRE

 Documenti dell’Unione Europea

 Documenti del Consiglio d’Europa

 Risoluzioni del Consiglio/Conclusioni

  • Decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio a proposito dell’Anno 2001 come Anno Europeo delle Lingue (2000)
  • Conclusioni del Consiglio Europeo di Barcellona (2002)
  • Conclusioni sul Multilinguismo (maggio 2008)
  • Risoluzione su una Strategia Europea per il Multilinguismo
  • (Novembre 2008)
  • Conclusioni su un quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione ET 2020 (2009)
  • Conclusioni sulle competenze linguistiche ai fini dell’incremento della mobilità (2011)
 

 Convenzioni

  • Convenzione Culturale Europea (1954)
  • Carta Europea per le Lingue Regionali o Minoritarie (ECRML) (1992)
  • Convenzione Quadro per la Protezione delle Minoranze Nazionali (1995)
  • Carta Sociale Europea (rev. 1996)

 

 Risoluzioni del Parlamento Europeo

  • Risoluzione per promuovere l’apprendimento delle lingue e la diversità linguistica (2001)
  • Risoluzione sulle lingue europee regionali e meno utilizzate (2003)
  • Risoluzione su Multilinguismo: una risorsa per l’Europa e un impegno comune (2009)
 

 Raccomandazioni del Comitato dei Ministri

  • Raccomandazione N° R(82)18 riguardante le lingue moderne (1982)
  • Raccomandazione N° R(98)6 riguardante le lingue moderne (1998)
  • Raccomandazione CM/Rec (2008)7 sull’uso del CEFR e sulla promozione del plurilinguismo
 Comunicazioni dalla Commissione Europea
  • Comunicazione 2005: Un nuovo quadro strategico per il multilinguismo
  • Comunicazione 2008: Multilinguismo: una risorsa per l’Europa e un impegno comune
  • Libro Verde 2008: Migrazioni e mobilità: le sfide e le opportunità per i sistemi d’istruzione Europei
 
 Raccomandazioni dell’Assemblea Parlamentare
  • Raccomandazione 1383(1998) sulla diversificazione linguistica
  • Raccomandazione 1539(2001) sul 2001: anno europeo per le lingue
  • Raccomandazione 1598(2003) sulla tutela delle lingue dei segni negli Stati Membri del Consiglio d’Europa
  • Raccomandazione 1740(2006) sul ruolo della lingua materna nell’insegnamento scolastico
 

 Report

  • Gruppo di Alto Livello sul Multilinguismo
  • Più lingue, più affari. Le conoscenze linguistiche migliorano l’efficienza delle imprese, Forum delle Imprese sul Multilinguismo (2008)

 Report esterni

  • Dalla diversità linguistica all’educazione plurilingue: Guida per lo sviluppo di politiche di educazione linguistica in Europa, Beacco e Byram (2007)
  • Guida per lo sviluppo e l’implementazione di curricoli per una educazione plurilingue e interculturale, Beacco et al. (2010))
 

 Strumenti per l’Insegnamento e l’Apprendimento

  • Quadro Comune Europe per le Lingue (QCER) (2001)
  • Portfolio Europeo delle Lingue (PEL) (2001)
  • Un quadro di riferimento per approcci pluralistici alle lingue e alle culture (FREPA) (2012): http//carap.ecml.at
  • Portofolio Europeo per Futuri Insegnanti di Lingue (2007): http://epostl2.ecml.at
 
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